NarraScienza

Storia di Scienza e di Liberazione

Oggi vorrei utilizzare questo spazio per festeggiare il 25 Aprile, unendo scienza, letteratura e liberazione. Con una piccola storia; una storia come altre nel periodo della guerra; una storia come nessun’altra nel periodo della guerra. La storia di Ettore Pancini, fisico, componente del gruppo coinvolto nel famoso esperimento CPP. Dal sito dell’Enciclopedia Treccani.

PANCINI, Ettore

Stanghella (PD), 10 agosto 1915 – Napoli, 1 settembre 1981

Durante gli anni di Padova, Pancini conobbe Elda Rupil, che sposò nel 1941 e dalla quale ebbe quattro figli, Barbara, Alessandra, Giulio e Alice. Risale al periodo patavino anche l’incontro con Eugenio Curiel della sezione clandestina veneziana del Partito comunista italiano, figura influente sullo sviluppo del suo pensiero politico.

Si laureò nel 1938, avendo come relatore Rossi, poche settimane dopo che questi aveva dovuto lasciare l’istituto di Padova a causa delle leggi razziali. Nominato assistente straordinario, a causa dell’allontanamento di Rossi non poté continuare la ricerca scientifica ad alto livello.

Ispirato dalla comprensione delle forze elettromagnetiche come dovute all’esistenza e alle proprietà del fotone, Hideki Yukawa aveva formulato nel 1935 una teoria delle forze nucleari agenti tra i nucleoni (protoni e neutroni), descrivendo anch’esse come l’effetto di un’ipotetica particella. Secondo la teoria di Yukawa, tale particella doveva avere una massa intermedia tra quella dell’elettrone e quella del protone e fu pertanto detta ‘mesotrone’. Una particella con questa massa fu scoperta nel 1937 da Seth Neddermeyer e Carl Anderson. Le ricerche di Pancini sulla sua vita media si collocavano nel contesto della determinazione sperimentale delle sue proprietà.

Pancini fu chiamato alle armi nel febbraio 1941 come sottotenente dell’artiglieria contraerea, spostandosi tra varie sedi sul territorio italiano. Solo durante l’inverno 1942-43 ebbe un breve periodo di licenza, ottenuto grazie a Lo Surdo, durante il quale lavorò ad alta quota sul Plateau Rosa insieme a Bernardini, Nestore Cacciapuoti e Oreste Piccioni per effetturare ricerche sui raggi cosmici.

Ferito durante il bombardamento alleato di Roma del 19 luglio 1943, si recò in licenza a Venezia, dove lo raggiunse la notizia della firma dell’armistizio di Cassibile. Trovandosi nella parte d’Italia ancora sotto il regime fascista, decise di unirsi alla resistenza partigiana. Con il nome di battaglia di Achille fu il comandante dei Gruppi di azione partigiana di Venezia. Nel 1944 divenne comandante della zona militare di Venezia, organizzando numerosi assalti contro le truppe naziste e fasciste. Arrestato dai tedeschi nell’aprile 1945, dopo tre settimane riuscì a evadere e riprese il ruolo di comandante.

Alla fine della guerra, sciolse i corpi militari partigiani alle sue dipendenze e ritornò a Roma per continuare l’attività di ricerca scientifica, seppure in grandissime ristrettezze economiche. Le ricerche poterono riprendere grazie al recupero di componenti strumentali presso i campi dell’ARAR (Azienda rilievo e alienazione residuati).

Unendosi a Marcello Conversi e a Piccioni, Pancini contribuì alle fasi finali di quelle ricerche sperimentali che la storiografia, riprendendo il suggerimento di Luis Alvarez nella sua Nobel Lecture (Recent developments in particle physics, in Les Prix Nobel of 1968, Stoccolma 1969), indica come l’inizio della fisica delle alte energie.

Parallela alla sua attività scientifica si svolse la sua vita politica come membro del Partito comunista italiano, di cui fece parte tra l’altro del Comitato centrale. L’impegno politico nel Partito comunista continuò fino alla seconda metà degli anni Cinquanta quando, in seguito alle critiche di Khruščëv al regime stalinista, se ne allontanò. Nel 1969, poi, lo lasciò definitivamente per passare con il gruppo del Manifesto. Partecipò alle elezioni politiche del 1979 e alle elezioni regionali del 1980 come candidato di Democrazia Proletaria.

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